JAMBALAYA SIX
Vittorio Castelli - clarinet & tenor sax
Luciano Invernizzi - trombone
Fabrizio Cattaneo - trumpet
Guido Cairo - piano
Pierluigi Sangiovanni - string bass
Massimo Caracca - batteria

Nati nel 1984 dall'allargamento del quartetto La Swinghera, i JAMBALAYA SIX, per affinità col celebre piatto della cucina creola della Louisiana di cui prendono il nome, nella messa a punto del loro mondo musicale hanno utilizzato svariati ingredienti, dal blues alla grande canzone americana d'autore, dallo stile "classico" di New Orleans a quello di Chicago, dallo swing di Kansas City a quello di Harlem.
Un ruolo di specialissimo riguardo tuttavia, nel multicolore mondo musicale della band è occupato dalla musica di Louis Armstrong, in particolare di quella degli anni Cinquanta, quando Louis, all'apice della forma, col suo gruppo degli "All-Stars" insegnava a chi aveva orecchie per sentire come fosse possibile suonare in modo attuale il jazz della grande tradizione senza per forza cadere nel revival e nella inutile ripetizione di sorpassati clichè.
Soprattutto rilevante in questo senso è la concezione della sezione ritmica.
Abbandonati strumenti pittoreschi ma musicalmente ingombranti come il banjo e il basso tuba, l'accompagnamento acquista una pulizia, una nuova elastica mobilità e un sapore "mainstream" che revitalizzano anche l'esecuzione degli stili Dixieland-New Orleans più classici.
Anche il repertorio, pur restando per lo più legato alla tradizione, ha così modo di espandersi assai.

Hanno detto di loro:

Squadra ricca di entusiasmo quanto di rigore filologico....ben preparati per il loro non facile compito, che è quello di "servire" un tipo di jazz scelto quasi come una missione. (Musica Jazz)

Die sechs Jambalayas bieten ursprunglichen, unvoreingenommenen New Orleans Jazz.
Mitreissend und fetzend. Die Band ist ausserst vielseiting und stilsicher. (Basler Zeitung)

...hanno saputo rendersi simpatici e farsi apprezzare un po' da tutti... (Corriere della Sera)

It sounds very competent indeed... (Footnote)

...un gruppo che opera da diversi anni nella medesima formazione, vantando quindi una compattezza e un affiatamento non facilmente riscontrabili anche in "combos" più famosi. (Ritmo)

The association between Vittorio Castelli and Freddie Kohlman goes back over a decade now and it seems to bring out the best in both men. (Footnote)

Tanto per intenderci, lo stesso stile che si poteva ascoltare nella tournèe di Woody Allen, solo fatto meglio... (La Stampa)

Gli ospiti:
Giacomo Marson, trumpet; Chicco Zanaboni, alto sax & flute; Andrea Sirna, tenor sax; Paolo Alderighi, piano; Rossano Sportiello, piano; Luciano Milanese, bass; Daniele Tortora, string bass & guitar; Nino Frasio, guitar; Vittorio Sicbaldi, drums; Marco Volpe, drums.




LA SWINGHERA
Vittorio Castelli - clarinet & tenor sax
Guido Cairo - piano
Pierluigi Sangiovanni - string bass
Massimo Caracca - drums
Fondata 45 anni fa, LA SWINGHERA si è ormai da tempo stabilizzata nella formazione di quartetto.
Il suo repertorio abbraccia un po' tutto il jazz "classico" ma soprattutto lo "swing", dalla canzone d'autore alle composizioni originali di jazzman come Count Basie, Duke Ellington, Benny Goodman, Coleman Kawkins e così via, dal blues al boogie-woogie, senza per questo inseguire l'ambizioso quanto vano progetto di "rifare" gli originali.
Dopo decenni passati assieme (con minimi cambi di formazione), oltre a aver raggiunto una evidente capacità di intendersi all'istante, i quattro musicisti hanno messo a punto un linguaggio abbastanza personale e prontamente riconoscibile che consente loro di dare una cifra comune alle occasionali divagazioni stilistiche.



PEGASUS BRASS BAND
Luciano "Big Lou" Invernizzi - trombone & leader
Fabrizio Cattaneo - tromba
Giacomo Marson - tromba
Vittorio Castelli - clarinetto
Chicco Zanaboni - sax contralto
Andrea Sirna - sax tenore
Nino Frasio - sousaphone
Marco Volpe - rullante
Vittorio Sicbaldi - grancassa
La brass band è ancora oggi una delle istituzioni più solide e colorite del jazz di New Orleans.
Fra le formazioni che più si adoperano per mantenere viva questa tradizione, la PEGASUS BRASS BAND spicca per autenticità e rigore stilistico.
Gli elementi che la compongono sono fra i migliori musicisti europei specializzati in questa particolarissima branca del Jazz Classico.
Per questi motivi la PEGASUS BRASS BAND è stata invitata ad esibirsi nei più importanti Jazz Festival italiani ed europei, contribuendo a vivacizzare con il suo frizzante “marching jazz” innumerevoli manifestazioni.
Nel vastissimo repertorio della PEGASUS BRASS BAND trovano posto tutti i più conosciuti brani del Jazz Classico: da When The Saints Go Marchin’ In ad Ice Cream, da High Society a Tiger Rag, da Fidgety Feet a Bourbon Street Parade.



VITTORIO CASTELLI ALL-STAR BIG BAND
Umberto Marcandali, tromba
Gendrickson Mena, tromba
Gigi Ghezzi, tromba
Rudy Migliardi, trombone
Humberto Hamesquita, trombone
Alex Sabina, sax contralto
Vittorio Castelli, sax tenore e clarinetto
Rudy Manzoli, sax tenore
Domenico Mamone, sax baritono
Giorgio Deleo, pianoforte
Marco Roverato, contrabbasso
Massimo Caracca, batteria
Veronica Sbergia, voce

Questa nuova formazione ha debuttato il 25 luglio 2013 nel corso del "Midnight Jazz Festival" nello storico "salone delle grida" del palazzo della Borsa di Milano.
Se l'occasione era specificamente legata al ricordo dello storico locale "Taverna Ferrario" che operò dagli anni trenta ai cinquanta nello scantinato del palazzo stesso, c'è anche una ragione più attuale per creare ora una nuova big band. 
Con la ripresa di interesse per la musica swing sopratutto da parte di un pubblico di ballerini, si è constatato il bisogno  di una formazione che riproponesse le atmosfere d'epoca. 
A eseguire gli arrangiamenti di Vittorio Castelli, un'autorità del periodo musicale specifico, sono stati chiamati alcuni dei più abili musicisti professionisti dell'area milanese, cercando soprattutto fra le giovani generazioni. Il loro contributo solistico, ovviamente contemporaneo, garantisce che i risultati non siano semplici copie di dischi storici ma esecuzioni vive, da fruire oggi.

Hanno scritto di loro: La Repubblica - Il Corriere


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